MOTORI A PALETTE
I motori pneumatici a palette sono i più comuni e quelli maggiormente diffusi in diverse applicazioni.
Questi motori sono caratterizzati da un rapporto potenza-volume elevato: in motori a basso rendimento tale rapporto può valere circa 50-75 [kW/dm3], in motori ad alto rendimento arriva fino a 200 [kW/dm3].
Per quanto riguarda la velocità di rotazione, questa è molto elevata (fino a 30000 giri/min), per cui sono particolarmente adatti alla realizzazione di azionamenti veloci e per utensili pneumatici.
L'immagine sopra rappresenta la vista esplosa di un motore a palette a), mentre b) è lo schema di funzionamento. Sul rotore 2 sono ricavate delle fessure nelle quali sono inserite le palette; il corpo cilindrico 4 costituisce lo statore in cui sono praticate le luci di immissione e di scarico dell'aria e con 1 e 5 sono indicate le flange di chiusura.
Il rotore è montato eccentrico rispetto al corpo cilindrico in cui ruota e le lamelle vi possono scorrere radialmente fino ad appoggiare sul corpo cilindrico, facendo tenuta.
Come si può vedere in b), si creano quindi delle camere a volume variabile.
Se si immette aria compressa da una luce di alimentazione, essa va ad agire sulle superfici di due palette: essendo la superficie utile di una paletta superiore dell'altra, il rotore ruota nel senso in cui l'aria agisce sulla paletta di maggior superficie. Di conseguenza l'aria ad alta pressione si espande finché raggiunge lo scarico.
Il numero di palette in un motore è variabile e può andare indicativamente dalle 3 alle 10 palette: aumentando le palette, migliora la tenuta, aumenta la coppia di spinta, ma diminuisce la potenza ottenibile.
Finora
è stato visto un motore non reversibile, ovvero ad un unico senso di rotazione,
in quanto la struttura del motore stesso non è simmetrica. Se necessario,
si può utilizzare un
motore reversibile (vedi figura a lato), dotato di due condotti, a e
b, che agiscono alternativamente da alimentazione e da scarico secondario. Lo
scarico primario c è fisso e non cambia la sua funzione. In questo caso, l'aria
che rimane nella camera dopo che lo scarico c si è chiuso, subisce una certa
compressione, limitando in questo modo il rapporto di espansione tra pressione
iniziale e finale.